Il dialogo fra Cina e Santa Sede è una trappola

Per Li Ruohan, studioso del nord della Cina, gli “entusiasti” del dialogo fra Pechino e Santa Sede, dovrebbero ricordare l’insegnamento di Pio XI e di Giovanni Paolo II (“Non abbiate alcuna illusione sul comunismo”). Il Partito comunista cinese è successore del marx-leninismo e il suo scopo è distruggere le religioni.

Cina-Santa Sede: Accordo in scadenza

“La libertà di espressione sembra ridursi sempre più… E se un giorno anche noi non potremmo più parlare, se anche noi finiremo nell’oscurità, in quel momento condivideremo lo stesso destino (delle madri dei morti di Tiananmen)”

Il cappio cinese che sta strozzando l’Africa

La decolonizzazione fece immaginare un’Africa finalmente senza padroni. La storia, purtroppo, si ripete, con altri attori, ma i medesimi risultati. Oggi lo scramble for Africa si esercita su Stati indipendenti. Il continente è entrato nell’epoca del neo-colonialismo.

Cina: Come Giuda. Chi denuncia le chiese sotterranee riceve premi in denaro

“Le autorità non potevano scegliere periodo migliore, quello prima di Pasqua per varare queste misure” ha detto ad AsiaNews un sacerdote locale. “In questo periodo meditiamo spesso la passione di Gesù e il tradimento di Giuda per 30 denari. Il governo di Guangzhou vuole trasformare tutti i cittadini in tanti piccoli Giuda”.

Cina inaffidabile: la persecuzione prosegue, distrutti due santuari

Subito dopo la comunicazione dell’accordo sino-vaticano vi è stato un incremento delle distruzioni. Secondo diversi osservatori, l’Associazione patriottica e il Fronte unito – responsabili delle attività religiose – hanno lanciato una vera e propria campagna per far fallire l’accordo.

Ai cattolici cinesi e alla Chiesa universale

Mi rivolgo con rispetto a coloro che guidano la Repubblica popolare cinese e rinnovo l’invito a proseguire, con fiducia, coraggio e lungimiranza, il dialogo da tempo intrapreso. Desidero assicurare che la Santa Sede continuerà ad operare sinceramente per crescere nell’autentica amicizia con il popolo cinese.

Santa Sede e Cina, firmata la storica intesa

Si tratta, insieme, di un piccolo passo e di un evento storico. L’accordo, ad experimentum, avrà una durata limitata e potrà subire adattamenti e la sobrietà del comunicato vaticano suona come un invito alla misura e alla prudenza. Ma per i cattolici, cinesi e di tutto il mondo, è una gran buona notizia. Non conosciamo i termini dell’accordo…

Il gesuita Fan Shouyi. Un cinese a Roma

Molti hanno familiarità con la storia di missionari come Matteo Ricci (1552-1610), che servirono da ponte culturale tra la Cina e l’Occidente. Negli ultimi trent’anni però gli studiosi hanno cominciato a sottolineare il ruolo di alcune persone e di alcune comunità locali cinesi in questo processo di trasmissione culturale. E vorremmo in particolare sottolineare la vita e il ruolo di Fan Shouyi (1682-1753),

L’Assemblea dei rappresentanti cattolici cinesi e il silenzio del Vaticano

Il raduno, definito “l’organismo sovrano” che domina la Chiesa cinese, si terrà a Pechino dal 26 al 30 dicembre. Per papa Benedetto XVI essa è “incompatibile con la dottrina cattolica”. La sua funzione: affermare che la Chiesa è “proprietà” dello Stato (e del Partito) e dividere sempre più i fedeli. Gli esempi del passato. Nei 2010 molti vescovi sono stati rapiti dalla polizia per obbligarli a partecipare. Cattolici ufficiali e sotterranei si appellano al papa perché si pronunci su questa Assemblea e sulle ordinazioni episcopali alla presenza di un vescovo illecito. I cattolici di tutto il mondo devono domandare al governo cinese di rispettare la dignità e i diritti religiosi dei suoi cittadini.

Pechino, il Papa e quei “sabotaggi” occidentali

Il Ministero degli esteri cinese esprime apprezzamento per le ultime dichiarazioni del cardinale Parolin: che nel suo “discorso di Pordenone” ha raccontato anche due secoli di ostruzionismo delle potenze d’Occidente contro la saldatura dei rapporti tra Cina e Santa Sede

I trucchi e le violenze di Pechino per fermare i giovani cinesi alla Gmg

Pechino ha intenzione di controllare da vicino i connazionali che sono riusciti a sfilarsi dalla rete messa intorno alla Gmg, e per farlo ha rispolverato un trucco dell’epoca maoista: ha chiesto ai dipendenti delle aziende cinesi in Polonia e ai funzionari di diversi Istituti culturali cinesi sul territorio polacco di andare in giro per i luoghi della Giornata con la bandiera cinese, avvicinando gli altri gruppi cattolici di conterranei e cercando di ottenere più informazioni possibili.

Il silenzio sui 50 anni della Rivoluzione Culturale in Cina e in occidente

L’anniversario della Rivoluzione culturale dovrebbe essere anche un’occasione di revisione per tutti quei politici e intellettuali occidentali che al tempo osannavano Mao e la “rivoluzione permanente” come il paradiso in terra e nascondevano le violenze, le torture, le uccisioni e le distruzioni. I silenzi occidentali di allora sono simili ai silenzi di oggi. Con una differenza: ieri si voleva salvare l’ideologia maoista; oggi si vuole salvare gli investimenti cinesi in Europa o europei in Cina. Ma la conclusione è sempre la stessa: è il popolo a soffrire.

La Cina saccheggia le ultime foreste del Senegal

In un video girato con un drone, l’ex ministro dell’ambiente senegalese denuncia i trafficanti di legno kosso (uno dei più pregiati), che vendono ai mercanti cinesi. Il confine col Gambia è da anni la rotta previlegiata dei contrabbandieri di legname, e le foreste sono quasi scomparse. Continua il “nuovo imperialismo” di Pechino, che investe in Africa senza chiedere interessi per sfruttarne le ricchezze del suolo.

Castiglione, il pittore gesuita alla corte dei Qing

250 anni fa moriva a Pechino il missionario gesuita Giuseppe Castiglione, dopo 50 anni alla corte imperiale come pittore. Con grande decisione ha speso la vita nello sforzo di mettere in comunicazione tra loro due universi artistico-culturali apparentemente lontani e inconciliabili e ha messo il proprio pennello e la propria abilità al servizio del dialogo tra le culture. Realizzando una felice sintesi prima di tutto in se stesso e poi nella sua arte.
Il suo stile missionario gli permise di mantenere una presenza cristiana a corte anche nel periodo più drammatico della controversia sui riti cinesi, quando tutti gli altri missionari vennero banditi dall’impero. Contribuì personalmente a far attenuare alcune condanne nei loro confronti, proprio grazie a quanto seminato attraverso il suo dialogo nell’arte, che si dimostrò prezioso per mantenere aperto un canale di comunicazione anche nel momento della massima chiusura.